Wing Chun Kuen
La storia del Wing Chun comincia in Cina durante la dinastia Qing, con la distruzione del famoso monastero di Shaolin e la fuga di cinque monaci detti “i cinque antenati”, tra cui la monaca Ng Mui, la quale si rifugiò nel monastero della “Gru Bianca” sui pendii delle montagne Daliang.
La leggenda vuole che, al confine tra le provincie del Sichuan e dello Yunnan, Ng Mui assistesse a un combattimento tra una Gru e un Serpente.
Ispirata dallo scontro combinò i movimenti di questi due animali con le tecniche del monastero di Shaolin da dove ella proveniva, creando così una nuova arte marziale, ancora senza nome. La monaca Ng Mui prese come sua discepola una giovane ragazza di nome Yim Wing Chun, la quale era infastidita da un bullo del suo villaggio che la voleva sposare con la forza. Ng Mui istruì la giovane ragazza alla sua nuova arte non ancora battezzata; costei per evitare di sposare il malintenzionato lo sfidò in un combattimento, e se avesse vinto lei si sarebbe potuta sottrarre al matrimonio contro volontà. Yim Wing Chun vinse l’incontro guadagnandosi una stabile fama di abile combattente. La giovane donna non insegnò lo stile tramandatole dalla monaca tranne che a suo marito, il mercante di sale Leung Bok Chao, il quale in onore della moglie chiamò quest’arte con il suo nome: Wing Chun Kuen, “La boxe di Wing Chun” (in cinese/mandarino Yong Chun Quan).
L’ultimo dei grandi è stato Yip Man, che continuò a mantenere l’insegnamento dell’arte pressoché segreto insegnando a un piccolo gruppo di allievi nella regione di Fatshan. Nel tardo 1949, a causa della sconfitta dei nazionalisti per mano del Partito comunista di Mao Zedong, Yip Man perse le sue ricchezze e la sua casa e non ebbe altra scelta che quella di scappare per rifugiarsi nell’isola di Hong Kong, già sotto il dominio britannico, dove non avendo altra risorsa che la sua arte iniziò ad insegnare professionalmente. Il Wing Chun è forse la prima arte marziale che considera la meccanica del corpo dell’essere umano concentrando grande attenzione sullo studio delle linee di attacco e di difesa, e soprattutto sull’economia e simultaneità dei movimenti.
Essendo uno stile creato da una donna, non enfatizza l’uso della forza muscolare ma porta la sua attenzione su altri aspetti dell’individuo, quali precisione, velocità di pensiero ed azione, sensibilità, reattività ed efficacia dei movimenti, grande uso della strategia e dell’intenzione mentale.
Le forme nel Wing Chun servono al praticante per sviluppare la conoscenza e la preparazione necessaria della propria struttura corporea, lo studio delle catene meccaniche, l’equilibrio, gli automatismi del movimento, il rafforzamento del corpo, lo studio dei principi del sistema, le strategie ecc., gli esercizi di “Chi Shou” (mani appiccicose) servono a sviluppare la sensibilità delle forze in movimento, ad abituare al lavoro con un antagonista che non coopera ma ci ostacola.
Questo esercizio è molto prezioso per il praticante perché lo addestra non solo all’applicazione delle tecniche di attacco, difesa e contrattacco, ma anche alla scelta del tempo, controllo della forza, controllo del respiro e delle emozioni. È in realtà molto più che un semplice addestramento delle abilità marziali, è un vero e proprio strumento per aumentare le percezioni sensoriali su tutto il corpo; il chi sao può essere infatti praticato introducendo l’uso delle gambe, delle proiezioni e delle leve articolari, obbligando la mente a interrompere il suo costante lavoro di osservazione logica per dare spazio alla reattività più istintiva, libera e creativa guidata dai principi appresi nelle forme.
È una sorta di istruzione del corpo a trovare un’intelligenza periferica che agisca indipendentemente dal pensiero ragionato della mente. Il percorso che il Wing Chun offre è in realtà molto più profondo, o almeno lo è per tutti coloro che hanno voglia di entrare dentro se stessi.
Il Wing Chun che pratichiamo, affonda le proprie radici nella tradizione, strizzando l’occhio al futuro, cercando di ritrovare tutte quelle pratiche che ormai si sono perse nel tempo, ed inserendo quanto necessario per affrontare le sfide dei nostri giorni e del futuro.
Il programma molto articolato, prevede lo studio delle tecniche a mano nuda, l’uso delle armi, la gestione corporea la pratica interna del Qi (interna Qi Gong), e molto altro ancora, per far si che al centro ci sia l’allievo e la sua crescita individuale.